lunedì 8 ottobre 2012

Le liriche di Ballarini come sinfonie in versi: presentata la raccolta dell'esordiente piacentina.

Nell'universo culturale piacentino anche la poesia ha una sua precisa identità per effetto di una tradizione notevole ma anche di innesti qualitativamente alti. Come “Settima di dominante” (Edizioni Blu di Prussia, Piacenza), raccolta di poesie dell'esordiente Annalisa Ballarini, piacentina, anche raffinata musicologa nonché esperta di musicoterapia. Il volume è stato presentato nei giorni scorsi al "Giusto Gusto" di via Calzolai, moderatore Eugenio Rebecchi, anche editore. E proprio quest'ultimo ha subito sottolineato i pregi e le novità del volume: «Non sapevo chi fosse Annalisa, non avevo alcun elemento. Il sorriso è venuto dopo, largo, prolungato. Avevo incontrato Poesia, immagini impreziosite. Ballarini usa un linguaggio sapiente, armonizza classicità e modernità espressionista di un racconto. E' anche musicista, non scinde le due arti. Suggestive anche immagini di Giovanni Calori, l'unione dei due artisti esalta le differenti sensibilità. Questo volume è un punto di luce nel fitto buio che ci accompagna». Articolato in varie sezioni (Metamorfosi; Vertigini; Carillon; Poemetto prosaico; Linee; Apocalisse; Frammenti musicali) il libro contiene 50 liriche in versi sciolti. Ballarini ha poi puntualizzato che «con “settima di dominante" in musica si indica un accordo particolare, costruito sul quinto grado di una scala, la dominante. E’ un tipo di accordo che, per le sue caratteristiche, possiede in sé una forte tensione verso la tonica. E' dunque di un anelito verso un principio generatore e termine ultimo che si rendono portavoce queste poesie, un "assoluto" verso cui il mio procedere ha cercato di tendere volta per volta». Ed ancora Ballarini ha aggiunto: «In 'Ragioni di una poesia' di Ungaretti ho ritrovato una mia convinzione, ossia che la poesia si fa slancio verso Dio anche quando sembra rinnegarlo. Indipendentemente dal fatto di essere credenti o meno, ritengo che, finché l'uomo avrà la forza e il desiderio di porgere parole, insieme ad esse porgerà domande e veicolerà il proprio desiderio di felicità. «Così anche nel suo grido disperato sarà possibile cogliere la speranza e l'invocazione di una risposta che può ancne essere l’eco di quelle parole che tornano là da dove sono state pronunciate ma non saranno più le stesse. Nell'essere state affidate dal poeta ad un naufragare in cerca di approdo hanno sfiorato rupi, campi, volti e dai loro contorni sono state contaminate. Hanno accolto invocazioni da ogni dove e, forse; anche risposte». Quindi Ballarini ha letto nove sue liriche accompagnate dai nove "preludi" per pianoforte del compositore polacco Karol Szymanovski. (articolo di Fabio Bianchi per “Libertà”, Piacenza)